Secondo uno studio finanziato dalla Commissione Europea di cui parla l'edizione de El Mundo di ieri, la Spagna, il paese dell'Unione con la percentuale piu' alta di immigranti rispetto alla popolazione, sarebbe anche quello che meglio li accoglie. Ma c'e' il trucco.
Lo studio ha paragonato le politiche di accoglienza di varie grandi citta': Milano, Tessalonicco, Dublino, Tubingen e Madrid. Tralasciando commenti sulla scelta delle citta', la cui logica mi sfugge (Tessalonicco??? Tubingen????), veniamo alle conclusioni: secondo questo studio "Madrid e' una citta' modello per l'integrazione e partecipazione degli immigrati nella costruzione dell'Europa multiculturale".
Che cazzo voglia dire non lo so. Ma quello che so e' che questo studio cerca di prenderci per il culo. Infatti e' vero che la Spagna ha un'alta percentuale di immigrati non-europei. Ma la stragrande maggioranza di immigrati viene dall'America Latina, cioe' da paesi culturalmente vicinissimi alla Spagna e dove si parla la stessa lingua, e si condividono gli stessi valori di base. Segue la comunita' asiatica (per lo piu' cinese). Poi quella africana, che include anche gli islamici, del Nord Africa. Che, guarda un po', lo studio dice che per il momento non sono tanto ben integrati.
Il messaggio di questo studio e' chiaro: l'integrazione ha successo quando gli immigrati sono culturalmente vicini a noi, o per lo meno quando hanno in animo di aderire a un progetto culturale esistente. In questo caso i latinoamericani che vengono in Spagna non fanno grande fatica.
Al prossimo che mi parla di immigrati che vengono in Europa per aderire al grande sogno europeo che bisogna fargli?
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